VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

 

 

COMUNICATO STAMPA                                        Torino, maggio 2002

 

Ottava edizione del Torino International Jazz Festival, dal 27 giugno al 2 luglio 2002, con quattro serate di grande musica e alcuni dei nomi più significativi della scena internazionale. Personaggi importanti del panorama mondiale che richiameranno nella cornice di piazza Mollino (nel cortile del Teatro Regio), a ridosso di piazza Castello quindi in pieno centro della Città, un pubblico di appassionati e cultori del jazz. L’evento, promosso dal Comune di Torino – Assessorato alla  Cultura - in collaborazione con la Regione Piemonte, è organizzato dall’AICS torinese e la direzione artistica è firmata da Sergio Ramella.

Le scelte dei protagonisti   confermano un indirizzo ormai consolidato nelle ultime manifestazioni, con un cartellone attento alla scena internazionale, quella conosciuta alla grande platea con la presenza di artisti importanti e famosi, di grande caratura e spessore musicale. Una proposta di prima qualità nel rispetto di una identità ben definita e al di fuori di schemi predefiniti, soprattutto nel periodo estivo quando il jazz diventa padrone della scena musicale.

Si comincia il 27 giugno con il Trio di Mario Rusca seguito dalla produzione intitolata “Il Jazz parla torinese”, con il progetto Outline di Furio Di Castri e gli special guest Flavio Boltro ed Emanuele Cisi. Grandi sonorità afroamericane e latine il 28 giugno con le esibizioni di Alfredo De La Fé e il suo Settetto e subito dopo l’eclettico Roy Paci con gli Aretuska. Due giorni di pausa e si riparte il 1° luglio con Sergio Cammariere, artista in ascesa, interprete raffinato e musicista preparato che proprio con il suo ultimo cd ha espresso tutte le sue qualità jazzistiche. Il cantautore, impegnato in una esibizione prettamente jazz, precede il live del quartetto di Wayne Shorter. Serata conclusiva il 2 luglio quando sul palco suona il TransEurope Trio di Christian Escoudé e Marco Tamburini e finale con un grande di sempre, Joe Zawinul che con l’inseparabile gruppo Syndicate festeggia proprio quest’anno il suo 70° compleanno.

Biglietti per ogni singola serata a 13 € per i posti a sedere non numerati, 10 € per il solo ingresso. La formula abbonamento per i quattro appuntamenti, con diritto posto a sedere, costa 40 €. Inizio concerti ore 21.

Informazioni, prenotazioni e vendita biglietti per il pubblico al numero 011/561.70.45, fax 011/561.18.28, sito internet www.aicstorino.org, indirizzo e-mail aics@arpnet.it.

Solo i giornalisti possono ricevere ulteriori notizie e materiale fotografico telefonando al numero 349/511.08.51.

Programma:

27 giugno              Mario Rusca Trio

                                    “Il Jazz parla torinese”

                                    Furio Di Castri “Outline” special guest Flavio Boltro

                                                                 Emanuele Cisi             

            28 giugno              Alfredo De la Fé Settetto

                                                Roy Paci & Aretuska

 

            1° luglio                        Sergio Cammariere con Fabrizio Bosso

                                                Wayne Shorter Quartet

2 luglio                        TransEurope Trio con Christian Escoudè e Marco Tamburini

                                    Joe Zawinul Syndicate (70° Birthday anniversari)

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

Programma

 

giovedi   27  giugno 2002                 MARIO RUSCA TRIO

Mario Rusca, piano – Stefano Bagnoli, batteria – Riccardo Fioravanti, contrabbasso

 

                                                               “Il Jazz parla torinese” – Produzione originale per il Festival  con

                                                FURIO DI CASTRI “OUTLINE”

Eric Vloeimans, tromba – Gianluca Petrella, trombone – Furio Di Castri, basso – Joel Allouche, batteria – Bojan Zulfikarpasic, piano – special guest: Emanuele Cisi, sax tenore – Flavio Boltro, tromba

 

venerdì   28 giugno 2002            ALFREDO DE LA FE’ SETTETTO

Alfredo De La Fè, violino – Mauricio Diaz, piano – Armando Miranda, voce -                 Walter Rebatta, timbales – Daniele Martinez, basso – Luis Aballe Marrero, congas – Elvio Ghigliordini, sax

 

                                                ROY PACI & ARETUSKA

Roy Paci, tromba – Salvo Di Stefano, tromba – Gaetano Santoro, sax – Tony Cattano, trombone – Peppe Siracusa, chitarra – Fred Casadei, contrabbasso – Mirko Burgio, tastiere – Sandro Azzaro, batteria

 

lunedì   1° luglio 2002            SERGIO CAMMARIERE con FABRIZIO BOSSO

                                                Sergio Cammariere, pianoforte e voce – Fabrizio Bosso, tromba                                                              Amedeo Ariano, batteria – Luca Bulgarelli, contrabbasso

 

                                                WAYNE SHORTER QUARTET

Wayne Shorter, sax tenore – Danilo Perez, piano – John Patitucci, basso - Brian Blade, batteria

 

martedì  2  luglio 2002            TRANSEUROPE TRIO

Christian Escoudé, chitarra – Marco Tamburini, tromba – Paolo Ghetti, contrabbasso

 

                                                JOE ZAWINUL SYNDICATE (70° Birthday Anniversary)

Joe Zawinul, tastiere e voce – Amit Chatterjee, chitarra – Paco Sery, batteria – Manolo Badrena, percussioni e voce – Etienn M’Bappe, basso elettrico

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

 

MARIO RUSCA TRIO

giovedì 27 giugno 2002 – ore 21

 

 

Uno dei pianisti più rappresentativi della storia del jazz italiano. E’ Mario Rusca, personaggio di fama internazionale, artisticamente cresciuto a Torino, sua città natale, dove ha studiato e suonato fin da ragazzino. Di strada, artistica, ne ha fatta parecchia e a lungo è stato il piano jazzman italico più conosciuto nel mondo, al punto da far conoscere il suo talento ai colleghi più noti nel circuito, personaggi del calibro di Gerry Mulligan e Chet Baker, tanto per ricordarne alcuni. A lungo ha animato le serate del Capolinea di Milano, il jazz club più famoso della Penisola. Ottimo compositore e arrangiatore, collabora da anni con la Rai dove realizza musiche per numerosi programmi televisivi. Tra i suoi successi vale la pena ricordare la collaborazione con Mina: per la Tigre di Cremona ha scritto le musiche di alcune canzoni di successo.

Al Festival partecipa con un gruppo di primo piano, un trio che annovera il contrabbassista Riccardo Fioravanti e il batterista Stefano Bagnoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

FURIO DI CASTRI “OUTLINE”

giovedì 27 giugno 2002 – ore 22,30

 

 

Al Festival di Torino una serata che Furio Di Castri aveva in mente da tempo di realizzare. Il progetto si chiama “Outline” e coinvolge alcuni prestigiosi musicisti della scena torinese che con il loro talento sono riusciti ad imporsi nel jazz che conta. Un omaggio dovuto a una città che da tempo sforna ottimi solisti in grado di consacrarsi definitivamente all’estero. Due gli special guest di questa operazione. Emanuele Cisi è uno dei sassofonisti di punta della scena europea. Da alcuni anni è molto attivo in Francia dove ha prodotto il suo ultimo disco e dove collabora stabilmente con il nuovo quartetto di Aldo Romano. Anche Flavio Boltro vive ormai in Francia dove è considerato un divo al pari delle rockstar più celebri. Con la sua troma manda in visibilio le platee più esigenti di mezzo  mondo e si propone come uno dei nomi di punta del panorama jazzistico non solo europeo.

Furio Di Castri, contrabbassista e compositore, ha suonato e inciso con i più grandi solisti di jazz tra cui Michel Petrucciani, Chet Baker, Joe Lovano, Paul Bley, Lee Konitz, John Surman e Dave Liebman. Ha inciso più di 70 dischi e svolge una intensa attività concertistica in tutto il mondo.

Completano la formazione Eric Vloeimans alla tromba, Gianluca Petrella al trombone, Joel Allouche alla batteria, Bojan Zulfikarpasic al piano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

 

 

ALFREDO DE LA FÈ

venerdì 28 giugno 2002 – ore 21

 

Il violino appare occasionalmente nella salsa, ma nello stile della charanga cubana è uno strumento chiave, cantando e armonizzando in accordi che riempiono gli spazi dietro un flauto cinguettante. Dei pochi artisti che si sono messi in luce per la loro maniera personale di suonare, il cubano Alfredo De La Fé è senza dubbio uno dei più importanti, ed è sicuramente il più audace sperimentatore nel circuito della salsa negli ultimi tre decenni.

Con il suo personale look, e il suo strano e maniacale violino a sei corde (custom made), sul palco é una palla rimbalzante di energia. Muovendosi agevolmente sul palco tra i musicisti, passa da uno stile melodico tradizionale, a supporto della poderosa sezione fiati, caratterizzato dalla dolcezza sonora tipica della charanga, per riemergere con intensi assoli assolutamente inimitabili, che riempiono l’aria di luminosità e di sgargianti melodie elettroniche.

Il disco “LATITUDES” racchiude per la maggior parte composizioni di Alfredo, con l’idea di dare un tributo personale alla tradizione musicale cubana che ha ispirato la sua vita da sempre. É stato registrato alla fine del ventesimo secolo, nello stesso momento in cui ritornavano alla ribalta i grandi classici cubani dopo il successo di “Buena Vista Social Club”. E’ il suo tributo alla musica dell’isola che lasciò alle sue spalle quando appena aveva dieci anni, e che ancora oggi non può dimenticare. Però c’é poca quantità di fascino antico in queste reinterpretazioni che lui descrive come il personale viaggio musicale nella sua vita. Il suo gruppo attuale è composto da musicisti selezionati accuratamente in tutta l’America.

 

Dal 1962, Alfredo, a otto anni già  studiava al Conservatorio dell’Avana e suonava nei vari night clubs danzones con una forte influenza europea. Lui richiama questa era nell’elegante old-fashion danzón “Hilda”. Quando Alfredo atterrò alla scena Latina di New York, le orchestre di charanga erano quelle che suscitavano maggior fascino al momento e i violinisti erano tra i musicisti più ricercati. Per questo il bravo flautista José Fajardo dopo averlo ascoltato lo chiamò a suonare con lui quando appena aveva dodici anni. Così vestito con il tradizionale costume rumbero, Alfredo imparò l’arte della musica di night club. Le sue sofisticate improvvisazioni fecero sudare non poco il grande Maestro Fajardo, creando dei duelli che facevano impazzire il pubblico.

 

Nel 1972, nonostante avesse appena diciotto anni, De La Fé si unisce alla band di Eddie Palmieri. Il meraviglioso e avant-garde pianista con ugual passione sia per la charanga cubana che per il rompere le regole, accese il senso avventuroso musicale di Alfredo dandogli un sapore eterno per la formula trombone-heavy, una delle cose che più risalta in “LATITUDES”. Infatti il pezzo di apertura “ Latin New York “ racchiude molti elementi forgiati con Palmieri – la corrente sotterranea delle linee musicali dei tromboni e del sax baritono alternate con le frasi dei violini. “ Muñeca “ (Bambola) e tributo alla canzone che fu un grande successo di Palmieri negli anni Settanta. “ Asomate a la Ventana “ (Affacciati alla Finestra)  fu scritta dal padre di Alfredo e trasformava  il continuo e rimbalzante ritmo del son cubano in una versione newyorkese con formula conjunto, aggiungendo un tres cubano alla miscela di flauto e violini, creando un pezzo di estrema ballabilità per il pubblico da discoteca. Se andiamo a comparare il risultato di questo feeling con una delle orchestre con le quali lui ha suonato nel passato, sicuramente deve essere la orchestra di maggior successo negli anni Settanta, la Tipica 73, alla quale Alfredo con una ventina d’anni o poco più si unì con il particolare look afro di quell’epoca. Tipica 73 vide il debutto del suo violino elettrico, che lui adattò per ottenere l’autorità è il funk di una chitarra rock al punto da introdurre una qualità vibrante e metallica per soddisfare la versione newyorkese del suono cubano dei vecchi musicisti. “Il brano che più mi ricorda questa epoca  della Tipica 73 è “ Que Manera “ che fu cantata originalmente dal mio fratello musicale José Alberto “ El Canario “. Questo brano è il mio tributo alla  Tipica 73  dice Alfredo con soddisfazione.

 

Nel 1981, Alfredo si prende momentaneamente un periodo di riposo dalla salsa ballabile per entrare a far parte del più piccolo ma celebre gruppo che ha avuto Tito Puente “The Latin Percussion Jazz Emsemble“. Non dovendo più preoccuparsi di alimentare il pubblico ballerino, questo gruppo può concentrarsi con più attenzione alla improvvisazione sempre facendo riferimento e attenzione all’essenziale ritmo della clave. La furente “ Descarga Melao “ ci ricorda quell’epoca – è una selvaggia competizione di assoli strumentali – contrabbasso, violino, trombone, percussioni e il flauto di Elvio Ghigliordini con le sue toccate e fughe aggiunge colore per tutto il brano. Alfredo ugualmente rievoca l’inequivocabile afro cuban jazz sound di Irakere con la sua versione salsa del pezzo favorito di Chucho Valdez “Xiomara“

 

Negli anni Ottanta Alfredo iniziò a girare il mondo, fermandosi per un certo periodo in Colombia, paese con una propria e ricca tradizione e considera la musica cubana come sacra. Usando il modello cubano, incorporò il ritmo della cumbia colombiana unendolo a elementi di tutto il continente da cui ottenne una serie di dischi.

I suoi esperimenti con la tecnologia intensificata della nuova era elettronica (samplers e shynthesizers) trasformarono ancora di più le possibilità sonore del suo violino. Dopo una decade questo nuovo album chiude con “ Batusalsa “ un originale ibrido latino con una fusione di Afro – cuban – Samba guidata da fisarmonica e violino e un gruppo di tamburi brasiliani suonati da Eduardo “Dudú” Penz e Gilson Silveiro. In questo brano si sostituì il flauto con delle trombe di carnevale.

 

Attualizzando il repertorio, Alfredo introduce una versione dello stile cubano moderno chiamato “timba“. Nella sua veloce e funky versione della canzone tradizionale cubana che parla di una ragazza zingara, “ Sandra Mora “, i vocalisti Armando Miranda e Rodrigo Rodriguez  giocano tra un salsa – rap- scat e una dolce voce lirica. Per il brano “ Somos el Nuevo Milenio “ (Siamo il nuovo millennio) De La Fé marcia con la sua pan-Latino Salsa Band verso il ventunesimo secolo come il flautista magico delle favole e con cento anni di musica cubana alle spalle.

 

Nell’ anno 2000 accompagna Celia Cruz al “Bal De La Rose”, annuale ballo di Gala della Casa Reale di Monaco di Monte Carlo per la fondazione Grace Kelly, e successivamente Oscar D’Leon, Jose’ Alberto el Canario e  Milly Puente a Cancan, in Messico.

 

Nel 2001 la collaborazione con Celia Cruz si consolida e insieme partecipano a “PAVAROTTI & FRIENDS”; nella stessa estate la accompagna lungo la tournèe  europea.

 

Press: Village Voice, N.Y. - New York Post - New York Times - San Francisco Post - San Francisco Examiner - Washington Post - Le Matin Paris - Liberation Paris - Revista Telerama Paris - revista Pariscope - Revista Rock & Folk Paris - Paese Sera Italia - Unitá Italia - Corriere Adriatico Italia - La Repubblica Italia - L' Unione Sarda Italia - La Nacion Italia - Revista Down Beat - Revista Cash Box - Revista What's happening in Stockolm Suecia - Holland News - Denmark Chronicle - TV Magazine, France Antilles - Telerama, Paris - Paris Scope – France Antilles Magazine - Liberation, Francia - Le Monde, Francia - El Mundo, Colombia - El Heraldo, Colombia - El Tiempo, Colombia - El Universal, Colombia - El Colombiano, Colombia - La Patria, Colombia.

 

Awards: Doctorado en música, Julliard Arts - Nominación para 2 premios Grammy 1980 - Premio al mejor violinista del año en 1977, 1978, 1979, 1980, 1981, otorgados por la revista Latín N.Y. - Participación en discos ganadores del premio Grammy: "The sun of latin music" Eddie Palmieri - "Siembra" Rubén Blades - "Unfinished masterpiece" Eddie Palmieri - "On Broadway" Tito Puente y el Latin Jazz Ensamble - Lista de los 50 mejores de Estados Unidos con el tema "Hot to trot" del disco "alfredo" - Congo de oro al mejor solista, Carnaval de Barranquilla 1989.

 

Gingles: Vermouth Cinzano - Mac Donalds - Kool Cigarretes - Eastern Airlines - Aguardiente Antioqueño - Ron Galeon - Ron Medellin Añejo. PELICULAS: Violini ed effetti speciali in “SHINING”, con Jack Nicholson – Colonna Sonora in "Sant’ Antonio, vita quotidiana..”.


Artisti e Orchestre con cui ha collaborato: Fajardo - Larry Harlow - Willie Colón - Celia Cruz - Cheo Feliciano - Rubén Blades - Hector La Voe - Fania All Stars - Sar All Stars - Eddie Palmieri - Ray Barreto -Tipica 73 - Charanga 76 - Charanga Casino - Orquesta Broadway - Orquesta Novel - Dave Valentin - Aquarian Dream - David Amram - Manolo Badrena - Herb Alpert - Dizzie Gillespi - Chick Corea - Ray Mantilla.


Concerti e festivals: Carnegie hall N.Y. - Seventh avenue south N.Y. - Fat tuesdays N.Y. - Kool Jazz Festival N.Y. Florida, Filadelfia. - Oktober Jazzman Festival, Berlin. - Montreaux International Jazz festival. - North Sea Jazz Festival, Holanda. - Montmartre, Copenhagen. - Festival de la luna verde, San Andres. - Festival de orquestas, Carnaval de Barranquilla. - Palladium Concert hall, Ginebra. - New Morning discoteque, París. - Salón Hodge ( Campos Eliseos ) París. - Alpheus Concert hall, Roma. - Festival Caraibi & Caribe, Roma. - Havana Club, Bologna. - Barfly, Recanati. - Salsodromo, Sesto Calende. - il Jazzino, Cagliari. - Network, Torino. - Sabor Tropical, Milano. - Hotel Bayerischenhof, Munich - Albisriederhaus, Zurich - Discoteca Manila, Florencia (Italia) - Ancien Palais Des Expo, Ginebra (Suiza) - New Morning, París - Charleston, Torino - Snoopy Club, Bari - Dona Flor, Mestre - Tre Soldi Theatre, Foiano - Reveillons Des Mondes, Paris - Cankarjev dom, Slovenia, Ljubljana. Montreaux Int Jazz Festival (Suiza) - Umbria Jazz ( Italia ) - Open Tropen Jazz Fest ( Belgica ) - Nice Jazz ( Francia ) - The Hague ( Holanda ) - Festival Latino Americano ( Italia ).

 

 

 

 

Formazione

 

Alfredo De La Fè, violino – Mauricio Diaz, piano – Armando Miranda, voce – Walter Rebatta, timbales – Daniele Martinez, basso – Luis Aballe Marrero, congas – Elvio Ghigliordini, sax

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

ROY PACI

&

ARETUSKA

 

venerdì 28 giugno 2002 – ore 22,30

 

Roy Paci , trombettista e compositore dal futuro carico di aspettative e dal passato già ricco di “sonore” collaborazioni (Africa Unite , Fratelli di Soledad , Lou Dalfin , Ex Orchestra , Ivano Fossati, Eric Mingus , Vinicio Capossela, Persiana Jones , Subsonica , Blue Beaters , Macaco , Teresa De Sio , Giorgio Conte , 99 Posse , Mau Mau , Manu Chao), accompagnato dagli Aretuska , si lancia nel suo primo progetto da solista : “Baciamo le mani “ .

Un album, al contempo, italiano ed  internazionale perchè frutto di accesa fusione fra rock, steady, ska, soul, funk  e potente sintesi di melodia e colore mediterranei.

Un disco  perfettamente bilanciato fra canzone e ritmo , fra ricercata vocalità e sapiente gioco di orchestrazione (la grande lezione di Ennio Morricone o Burt Bacharach è continuo riferimento per una produzione levigata e sofisticata ma anche capace di assecondare gli umori più attuali). Un album puntellato dalla presenza di amici importanti: Meg dei 99 Posse veste di nuova emozione i sentimenti di Tenco in una rilettura aggiornata di “Se Stasera Sono Qui” ; Dani Carbonell , voce dei Macaco , è protagonista in “Grande La Media Noche”; Bunna degli Africa Unite batte il tempo in levare su “The Duse” portando i colori della Jamaica in un disco  già  di forte impatto.

 

Roy Paci ha messo in “circolo”, nei clubs e nei teatri italiani, l’energia di Aretuska a partire dal dicembre scorso; il giro “bacerà”, in lungo e in largo , il suolo italico regalando il giusto calore all’estate 2002.

 

 

line - up

Roy Paci “il padrino” – trumpet & director

Salvo “paco” Di Stefano – trumpet

Gaetano “svuotillo” Santoro – tenor sax

Tony Cattano – trombone

Peppe “1/2” Siracusa – chitarra

Fred “coppola”Casadeicontrabbasso

Mirko Burgio - tastiere

Sandro “Jah Sazzah” Azzaro – drums

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

SERGIO CAMMARIERE

special guest FABRIZIO BOSSO

lunedì 1° luglio 2002 – ore 21

 

        Sergio Cammariere, 40 anni, nato a Crotone, è un personaggio singolare nel panorama musicale italiano. Pianista autodidatta dotato di uno stile unico, interprete coinvolgente, trae la sua ispirazione sia dalla musica classica, da Beethoven a Debussy, sia dalla tradizione propriamente cantautorale italiana, sia da alcune raffinate sonorità sudamericane, assimilando il calore e l'energia di autori come Jobim e Vinicius de Morales. Notevole anche l'influenza esercitata dal jazz, al quale la sua musica deve certamente molto. Già verso la fine degli anni ottanta comincia a comporre una serie di canzoni che sebbene molto valide rimangono inedite, eccezion fatta per i brani inseriti in un disco pubblicato nel 1993 con il cantautore Roberto Kunstler I ricordi e le persone. Nel 1997 Cammariere partecipa al Premio Tenco, catturando l'attenzione di critica e pubblico. Poche note della sua esibizione bastano a far capire la sua statura artistica e la Giuria della manifestazione gli attribuisce all'unanimità il Premio IMAIE come migliore esecutore e interprete della rassegna, consacrandolo ad autentica rivelazione dell'anno. Sulla scorta dell'interesse nato intorno alla figura di Sergio Cammariere, nel 1998 viene pubblicato Tempo perduto, un Ep promozionale contenente tre brani suggestivi ed evocativi, sintesi espressiva di grande gusto ed equilibrio. Dopo un periodo di rinnovamento e riflessione nasce ora Dalla pace del mare lontano (distr. EMI), primo CD autenticamente suo, album nel quale Sergio riesce a canalizzare brillantemente le sue molteplici esperienze ed ispirazioni, che si segnala subito per un linguaggio definitivamente maturo e molto personale. Alcuni brani del CD vengono presentati nell’ottobre scorso in anteprima al Premio Tenco 2001, dove Sergio si segnala nuovamente con una travolgente interpretazione ‘live’. Il CD viene registrato in presa diretta in quattro giorni con la collaborazione di giovani musicisti di ambito jazzistico: Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria, Olen Cesari al violino, Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno. La chitarra di Alex Britti, ospite d’eccezione, accompagna brillantemente alcuni brani di questo nuovo lavoro discografico. La consapevolezza dell’eterno rinnovarsi della persona, che apre agli occhi e al sentimento prospettive diverse di posti conosciuti, nuove emozioni e nuove linee di approfondimento, è la linea guida di tutta la prima parte del disco, che va da Sorella Mia a Le porte del sogno, in cui ogni arrangiamento, ogni parola, pur non essendo indispensabile è utile ed importante per descrivere questo stato d'animo di leggera sospensione. Spicca su tutti, Via da questo Mare, certamente uno dei brani più importanti del CD. A sorreggere i cambi di umore e di ritmo le delicate parole di Roberto Kunstler e le improvvise aperture/chiusure, dove riemergono tutte le esperienze musicali di Cammariere, capace di fondere jazz e percussioni, delicati giri di pianoforte e un gusto per lo swing tutto particolare. Lo stacco avviene con Il Mare, canzone famosissima di Charles Trenet con il testo italiano di Pasquale Panella. La scelta non è ovviamente casuale, è un omaggio al mare, a cui Sergio appartiene, a Trenet e a tutti gli chansonniers, a cui Sergio comunque deve qualche cosa come ispirazione musicale. La conclusione del disco è affidata a brani come Cantautore piccolino e Paese di gol, che sottolineano una vena auto-ironica, dove la musica si fa più urgente, saltellante in uno swing, che apre l'ispirazione, sui piccoli e grandi vizi di quest'Italia.

SERGIO CAMMARIERE, PIANOFORTE E VOCE

AMEDEO ARIANO, BATTERIA

LUCA BULGARELLI, CONTRABBASSO

Special guest : FABRIZIO BOSSO, TROMBA

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

 

WAYNE SHORTER

 

1° luglio 2002 – ore 22,30

 

 

 

Una carriera straordinaria quella di Wayne Shorter. Negli anni Sessanta protagonista nelle fila dei gruppi hard bop di Horace Silver e di Art Blakey e poi leader, assieme a Joe Zawinul dei Weather Report, forse il gruppo di jazz-rock più importante, storicamente e artisticamente. A quasi 70 anni Shorter continua ad essere uno dei migliori sassofonisti in circolazione, capace di costruire musica piema di prelibatezze e ingegno. I suoi classici, “Ju Ju”, “Mascalero”, “Atlantis” sono proposti in ogni concerto in maniera diversa, quasi cone se Shorter stesse attraversando un momento di ripensamento artistico. La sua musica che ricorda  sia il periodo con Miles Davis che con i Weather Report, risulta più spaziata, tessuta a larghe maglie, apparentemente non regolari, soprattutto nell’uso della ritmica che supporta i suoi assoli, sempre tesi, asciutti anche se si ingrovigliano in un profluvio di note accartocciate ma che quando si asciugano in note singole o in semplici riff ripetuti che portano a un senso di angoscia dolorosa. La ritmica è fondamentale nella riuscita di questa relativamente nuova proposta: fuori dai canoni tradizionali, con un continuo insinuarsi nelle linee melodiche inventate da Shorter, sia il pianista Danilo Perez che il contrabbassista John Patitucci rinunciano agli accordi di sostegno regolari per un accompagnamento di puro modernissimo “Call and response”, il tutto ben sostenuto dalla forte e precisa batteria di Brian Blade.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

 

TRANSEUROPE TRIO

 

martedì 2 luglio 2002 – ore 21

 

 

 

Grande personaggio il chitarrista Christian Escoudé, fautore di questo progetto denominato Transeurope Quartet. Non è molto conosciuto in Italia anche se alcuni suoi dischi incisi sul finire degli anni Settanta hanno ottenuto un discreto successo di vendita. In coppia con Jean-Charles Capon al violoncello ha costituito per lungo tempo una coppia inedita e inossidabile nella musica che fuoriesce dai canoni tradizionali pur non entrando in quelli della sperimentazione. Le sue origini gitane non sono mai state dimenticate e proprio per questa sua inconfondibile caratteristica Escoudé propone un repertorio all’insegna del puro virtuosismo esecutivo insieme a due ottimi solisti italiani, quel Marco Tamburini che presta la sua tromba anche ai big della musica pop d’alto rango e Paolo Ghetti al contrabbasso.

 

 

 

 

Formazione

Christian Escoudé, chitarra – Marco Tamburini, tromba – Paolo Ghetti, contrabbasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO

 

JOE ZAWINUL SYNDICATE

 

martedì 2 luglio 2002 – ore 22,30

 

Josef Zawinul, nato e cresciuto in Austria, è nato a Vienna nel 1932, da ragazzo si dimostra un vero prodigio alla fisarmonica. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene mandato in Cecoslovacchia a studiare pianoforte al Conservatorio e a tredici anni, ormai perfetto musicista classico , è introdotto al jazz da un compagno di studi e da allora non se ne distaccherà più. Puntando su una carriera da jazzista nel bel mezzo della devastazione dell’Europa post-bellica, Zawinul si unisce a vari jazz combo. Una borsa di studio del prestigioso Berklee College of Music di Boston è il suo biglietto per le rive americane. Fra i tanti grandi del jazz con cui lavora, i primi sono Maynard Ferguson, Dinah Washington e Joe Williams. Nel 1961, Zawinul si unisce a Cannonball Adderley, con cui suona per nove anni, fino al ’70. Durante quel periodo incide circa venti album e scrive più di 40 canzoni per il grande del sax, incluso l’immortale “No mercy for me”. Tra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70, lavora con Miles Davis: questa collaborazione da superbi frutti, come “Bitches Brew” e “In a silent way”, per cui Joe scrive il pezzo omonimo.

Zawinul realizza il suo lp di debutto in solo nel 1969 e l’anno seguente contribuisce a cambiare il corso della storia del jazz fondando i Weather Report assieme al sassofonista Wayne Shorter e al bassista Jaco Pastorius. Per 14 anni, fino al loro scioglimento, i Weather Report sono il punto di riferimento per tutto il mondo del jazz fusion, con una dozzina di album campioni di vendita, capolavori come “Birdland”, guadagnandosi un posto speciale nell’olimpo del jazz. Un gruppo multietnico come nella migliore tradizione di questo musicista che, mantenendo intatta una sana e vitalissima curiosità, incontra con sagacia le etnie di tutto il mondo in una miscela di colori, suoni e sapori esaltante. Musica in cui si sentono echi del mondo, fra vocalità ancestrali e parossistiche danze metropolitane, ritmi tribali e scenari postmoderni.

Agli inizi dell’86, Zawinul realizza il suo secondo lp in solo, “Dialects”. E’ in tournée in America, Europa e Giappone. Nell’87 fonda il gruppo Zawinul Syndicate, con cui incide album di assoluto valore, con un paio di nomination al Grammy. Amato e stimato dalle platee jazzofile, Zawinul è stato vincitore del Premio della rivista Downbeat, come miglior tastierista per 21 degli ultimi 22 anni. Per la Philip Classic ha realizzato la sua opera sinfonica in sette parti dal titolo “Stories of the Danube”, al fianco di alcuni musicisti del Syndicate. E’ dell’aprile ’98 l’uscita della sua ultima fatica discografica per la ESC: il cd live registrato in tre serate, due al famoso Quasimodo Club di Berlino l’altra alla Concert Hall della tedesca Trier, durante il tour mondiale del 1997.

 

JOE ZAWINUL SYNDICATE (70° Birthday Anniversary)

Joe Zawinul, tastiere e voce – Amit Chatterjee, chitarra – Paco Sery, batteria – Manolo Badrena, percussioni e voce – Etienn M’Bappe, basso elettrico

 

Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –  piazza Castello – Ingresso 13 €