Ottava edizione del
Torino International Jazz Festival, dal 27 giugno al 2 luglio 2002, con
quattro serate di grande musica e alcuni dei nomi più significativi della scena
internazionale. Personaggi importanti del panorama mondiale che richiameranno
nella cornice di piazza Mollino (nel cortile del Teatro Regio), a ridosso di
piazza Castello quindi in pieno centro della Città, un pubblico di appassionati
e cultori del jazz. L’evento, promosso dal Comune di Torino – Assessorato
alla Cultura - in collaborazione con la
Regione Piemonte, è organizzato dall’AICS torinese e la direzione artistica è
firmata da Sergio Ramella.
Le scelte dei protagonisti confermano un indirizzo ormai consolidato
nelle ultime manifestazioni, con un cartellone attento alla scena
internazionale, quella conosciuta alla grande platea con la presenza di artisti
importanti e famosi, di grande caratura e spessore musicale. Una proposta di
prima qualità nel rispetto di una identità ben definita e al di fuori di schemi
predefiniti, soprattutto nel periodo estivo quando il jazz diventa padrone
della scena musicale.
Si comincia il 27 giugno
con il Trio di Mario Rusca seguito dalla produzione intitolata “Il Jazz parla
torinese”, con il progetto Outline di Furio Di Castri e gli special guest
Flavio Boltro ed Emanuele Cisi. Grandi sonorità afroamericane e latine il 28
giugno con le esibizioni di Alfredo De La Fé e il suo Settetto e subito
dopo l’eclettico Roy Paci con gli Aretuska. Due giorni di pausa e si riparte il
1° luglio con Sergio Cammariere, artista in ascesa, interprete raffinato
e musicista preparato che proprio con il suo ultimo cd ha espresso tutte le sue
qualità jazzistiche. Il cantautore, impegnato in una esibizione prettamente
jazz, precede il live del quartetto di Wayne Shorter. Serata conclusiva il 2
luglio quando sul palco suona il TransEurope Trio di Christian Escoudé e
Marco Tamburini e finale con un grande di sempre, Joe Zawinul che con
l’inseparabile gruppo Syndicate festeggia proprio quest’anno il suo 70°
compleanno.
Biglietti per ogni singola
serata a 13 € per i posti a sedere non numerati, 10 € per il solo ingresso. La
formula abbonamento per i quattro appuntamenti, con diritto posto a sedere,
costa 40 €. Inizio concerti ore 21.
Informazioni, prenotazioni e vendita
biglietti per il pubblico al numero 011/561.70.45, fax 011/561.18.28,
sito internet www.aicstorino.org,
indirizzo e-mail aics@arpnet.it.
Solo i giornalisti possono ricevere ulteriori notizie e
materiale fotografico telefonando al numero 349/511.08.51.
Programma:
27 giugno Mario Rusca Trio
“Il
Jazz parla torinese”
Emanuele Cisi
28 giugno Alfredo
De la Fé Settetto
Roy
Paci & Aretuska
1° luglio Sergio
Cammariere con Fabrizio Bosso
Wayne
Shorter Quartet
2 luglio TransEurope
Trio con Christian Escoudè e Marco
Tamburini
Joe Zawinul Syndicate (70° Birthday anniversari)
giovedi 27
giugno 2002 MARIO RUSCA TRIO
Mario Rusca, piano – Stefano Bagnoli, batteria – Riccardo Fioravanti, contrabbasso
“Il Jazz parla torinese” – Produzione originale per
il Festival con
FURIO DI CASTRI “OUTLINE”
Eric Vloeimans,
tromba – Gianluca Petrella, trombone – Furio Di Castri, basso – Joel Allouche,
batteria – Bojan Zulfikarpasic, piano – special guest: Emanuele Cisi, sax
tenore – Flavio Boltro, tromba
venerdì 28 giugno 2002 ALFREDO
DE LA FE’ SETTETTO
Alfredo De La Fè, violino – Mauricio Diaz, piano – Armando Miranda,
voce - Walter Rebatta,
timbales – Daniele Martinez, basso – Luis Aballe Marrero, congas – Elvio Ghigliordini,
sax
ROY PACI & ARETUSKA
Roy Paci, tromba –
Salvo Di Stefano, tromba – Gaetano Santoro, sax – Tony Cattano, trombone –
Peppe Siracusa, chitarra – Fred Casadei, contrabbasso – Mirko Burgio, tastiere
– Sandro Azzaro, batteria
lunedì 1° luglio 2002 SERGIO
CAMMARIERE con FABRIZIO BOSSO
Sergio Cammariere, pianoforte e voce
– Fabrizio Bosso, tromba
Amedeo Ariano, batteria – Luca Bulgarelli, contrabbasso
WAYNE SHORTER QUARTET
Wayne Shorter, sax
tenore – Danilo Perez, piano – John Patitucci, basso - Brian Blade, batteria
martedì 2
luglio 2002 TRANSEUROPE TRIO
Christian Escoudé, chitarra – Marco Tamburini,
tromba – Paolo Ghetti, contrabbasso
JOE ZAWINUL SYNDICATE (70° Birthday
Anniversary)
Joe Zawinul, tastiere
e voce – Amit Chatterjee, chitarra – Paco Sery, batteria – Manolo Badrena,
percussioni e voce – Etienn M’Bappe, basso elettrico
VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ
TORINO
MARIO RUSCA TRIO
giovedì 27
giugno 2002 – ore 21
Uno dei pianisti più
rappresentativi della storia del jazz italiano. E’ Mario Rusca, personaggio di
fama internazionale, artisticamente cresciuto a Torino, sua città natale, dove
ha studiato e suonato fin da ragazzino. Di strada, artistica, ne ha fatta
parecchia e a lungo è stato il piano jazzman italico più conosciuto nel mondo,
al punto da far conoscere il suo talento ai colleghi più noti nel circuito,
personaggi del calibro di Gerry Mulligan e Chet Baker, tanto per ricordarne
alcuni. A lungo ha animato le serate del Capolinea di Milano, il jazz club più
famoso della Penisola. Ottimo compositore e arrangiatore, collabora da anni con
la Rai dove realizza musiche per numerosi programmi televisivi. Tra i suoi
successi vale la pena ricordare la collaborazione con Mina: per la Tigre di
Cremona ha scritto le musiche di alcune canzoni di successo.
Al Festival partecipa con un
gruppo di primo piano, un trio che annovera il contrabbassista Riccardo
Fioravanti e il batterista Stefano Bagnoli.
FURIO DI CASTRI
“OUTLINE”
giovedì 27
giugno 2002 – ore 22,30
Al Festival di Torino una serata che Furio Di Castri aveva in mente da tempo di realizzare. Il progetto si chiama “Outline” e coinvolge alcuni prestigiosi musicisti della scena torinese che con il loro talento sono riusciti ad imporsi nel jazz che conta. Un omaggio dovuto a una città che da tempo sforna ottimi solisti in grado di consacrarsi definitivamente all’estero. Due gli special guest di questa operazione. Emanuele Cisi è uno dei sassofonisti di punta della scena europea. Da alcuni anni è molto attivo in Francia dove ha prodotto il suo ultimo disco e dove collabora stabilmente con il nuovo quartetto di Aldo Romano. Anche Flavio Boltro vive ormai in Francia dove è considerato un divo al pari delle rockstar più celebri. Con la sua troma manda in visibilio le platee più esigenti di mezzo mondo e si propone come uno dei nomi di punta del panorama jazzistico non solo europeo.
Furio Di Castri, contrabbassista e compositore, ha suonato e
inciso con i più grandi solisti di jazz tra cui Michel Petrucciani, Chet Baker,
Joe Lovano, Paul Bley, Lee Konitz, John Surman e Dave Liebman. Ha inciso più di
70 dischi e svolge una intensa attività concertistica in tutto il mondo.
Completano la formazione Eric Vloeimans alla tromba, Gianluca
Petrella al trombone, Joel Allouche alla batteria, Bojan
Zulfikarpasic al piano.
Luogo :
piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –
piazza Castello – Ingresso 13 €
ALFREDO DE LA FÈ
venerdì 28
giugno 2002 – ore 21
Il violino appare occasionalmente nella salsa, ma nello
stile della charanga cubana è uno strumento chiave, cantando e
armonizzando in accordi che riempiono gli spazi dietro un flauto cinguettante.
Dei pochi artisti che si sono messi in luce per la loro maniera personale di
suonare, il cubano Alfredo De La Fé
è senza dubbio uno dei più importanti, ed è sicuramente il più audace
sperimentatore nel circuito della salsa negli ultimi tre decenni.
Con il suo personale look, e il
suo strano e maniacale violino a sei corde (custom made), sul palco é una palla
rimbalzante di energia. Muovendosi agevolmente sul palco tra i musicisti, passa
da uno stile melodico tradizionale, a supporto della poderosa sezione fiati,
caratterizzato dalla dolcezza sonora tipica della charanga, per
riemergere con intensi assoli assolutamente inimitabili, che riempiono l’aria
di luminosità e di sgargianti melodie elettroniche.
Il
disco “LATITUDES”
racchiude per la maggior parte composizioni di Alfredo, con l’idea di dare un
tributo personale alla tradizione musicale cubana che ha ispirato la sua vita
da sempre. É stato registrato alla fine del ventesimo secolo, nello stesso
momento in cui ritornavano alla ribalta i grandi classici cubani dopo il
successo di “Buena Vista Social Club”. E’ il suo tributo alla musica dell’isola
che lasciò alle sue spalle quando appena aveva dieci anni, e che ancora oggi
non può dimenticare. Però c’é poca quantità di fascino antico in queste
reinterpretazioni che lui descrive come il personale viaggio musicale nella sua
vita. Il suo gruppo attuale è composto da musicisti selezionati accuratamente
in tutta l’America.
Dal 1962, Alfredo, a otto anni
già studiava al Conservatorio
dell’Avana e suonava nei vari night clubs danzones con una forte influenza
europea. Lui richiama questa era nell’elegante old-fashion danzón “Hilda”.
Quando Alfredo atterrò alla scena Latina di New York, le orchestre di charanga
erano quelle che suscitavano maggior fascino al momento e i violinisti erano
tra i musicisti più ricercati. Per questo il bravo flautista José Fajardo dopo averlo ascoltato lo
chiamò a suonare con lui quando appena aveva dodici anni. Così vestito con il
tradizionale costume rumbero, Alfredo imparò l’arte della musica di night club.
Le sue sofisticate improvvisazioni fecero sudare non poco il grande Maestro Fajardo, creando dei duelli che facevano impazzire il pubblico.
Nel 1972, nonostante avesse
appena diciotto anni, De La Fé si unisce alla band di Eddie Palmieri. Il meraviglioso e avant-garde pianista con ugual
passione sia per la charanga cubana che per il rompere le regole, accese il
senso avventuroso musicale di Alfredo dandogli un sapore eterno per la formula
trombone-heavy, una delle cose che più risalta in “LATITUDES”. Infatti il pezzo di apertura “ Latin New York “ racchiude molti elementi forgiati con Palmieri –
la corrente sotterranea delle linee musicali dei tromboni e del sax baritono
alternate con le frasi dei violini. “
Muñeca “ (Bambola) e tributo alla canzone che fu un grande successo di
Palmieri negli anni Settanta. “ Asomate
a la Ventana “ (Affacciati alla
Finestra) fu scritta dal padre di
Alfredo e trasformava il continuo e
rimbalzante ritmo del son cubano in una versione newyorkese con formula
conjunto, aggiungendo un tres cubano alla miscela di flauto e violini, creando
un pezzo di estrema ballabilità per il pubblico da discoteca. Se andiamo a
comparare il risultato di questo feeling con una delle orchestre con le quali
lui ha suonato nel passato, sicuramente deve essere la orchestra di maggior
successo negli anni Settanta, la Tipica
73, alla quale Alfredo con una ventina d’anni o poco più si unì con il
particolare look afro di quell’epoca. Tipica
73 vide il debutto del suo violino elettrico, che lui adattò per ottenere
l’autorità è il funk di una chitarra rock al punto da introdurre una qualità
vibrante e metallica per soddisfare la versione newyorkese del suono cubano dei
vecchi musicisti. “Il brano che più mi ricorda questa epoca della Tipica
73 è “ Que Manera “ che fu cantata originalmente dal mio fratello musicale
José Alberto “ El Canario “. Questo brano è il mio tributo alla Tipica
73 dice Alfredo con soddisfazione.
Nel 1981, Alfredo si prende
momentaneamente un periodo di riposo dalla salsa ballabile per entrare a far
parte del più piccolo ma celebre gruppo che ha avuto Tito Puente “The Latin
Percussion Jazz Emsemble“. Non dovendo più preoccuparsi di alimentare il
pubblico ballerino, questo gruppo può concentrarsi con più attenzione alla
improvvisazione sempre facendo riferimento e attenzione all’essenziale ritmo
della clave. La furente “ Descarga Melao “
ci ricorda quell’epoca – è una selvaggia competizione di assoli strumentali –
contrabbasso, violino, trombone, percussioni e il flauto di Elvio Ghigliordini
con le sue toccate e fughe aggiunge colore per tutto il brano. Alfredo
ugualmente rievoca l’inequivocabile afro cuban jazz sound di Irakere con la sua
versione salsa del pezzo favorito di Chucho
Valdez “Xiomara“
Negli anni Ottanta Alfredo iniziò
a girare il mondo, fermandosi per un certo periodo in Colombia, paese con una
propria e ricca tradizione e considera la musica cubana come sacra. Usando il
modello cubano, incorporò il ritmo della cumbia colombiana unendolo a elementi
di tutto il continente da cui ottenne una serie di dischi.
I suoi esperimenti con la
tecnologia intensificata della nuova era elettronica (samplers e shynthesizers)
trasformarono ancora di più le possibilità sonore del suo violino. Dopo una
decade questo nuovo album chiude con “ Batusalsa “ un originale ibrido latino
con una fusione di Afro – cuban – Samba guidata da fisarmonica e violino e un
gruppo di tamburi brasiliani suonati da Eduardo
“Dudú” Penz e Gilson Silveiro.
In questo brano si sostituì il flauto con delle trombe di carnevale.
Attualizzando il repertorio,
Alfredo introduce una versione dello stile cubano moderno chiamato “timba“.
Nella sua veloce e funky versione della canzone tradizionale cubana che parla
di una ragazza zingara, “ Sandra Mora “,
i vocalisti Armando Miranda e Rodrigo Rodriguez giocano tra un salsa – rap- scat e una dolce
voce lirica. Per il brano “ Somos el
Nuevo Milenio “ (Siamo il nuovo millennio) De La Fé marcia con la sua
pan-Latino Salsa Band verso il ventunesimo secolo come il flautista magico
delle favole e con cento anni di musica cubana alle spalle.
Nell’ anno 2000 accompagna Celia Cruz al “Bal De La Rose”,
annuale ballo di Gala della Casa Reale di Monaco di Monte Carlo per la fondazione
Grace Kelly, e successivamente Oscar D’Leon, Jose’ Alberto el Canario e Milly Puente a Cancan, in Messico.
Nel 2001 la collaborazione con Celia Cruz si consolida e
insieme partecipano a “PAVAROTTI & FRIENDS”; nella stessa estate la
accompagna lungo la tournèe europea.
Press: Village Voice, N.Y. - New York
Post - New York Times - San Francisco Post - San Francisco Examiner -
Washington Post - Le Matin Paris - Liberation Paris - Revista Telerama Paris -
revista Pariscope - Revista Rock & Folk Paris - Paese Sera Italia - Unitá
Italia - Corriere Adriatico Italia - La Repubblica Italia - L' Unione Sarda
Italia - La Nacion Italia - Revista Down Beat - Revista Cash Box - Revista
What's happening in Stockolm Suecia - Holland News - Denmark Chronicle - TV
Magazine, France Antilles - Telerama, Paris - Paris Scope – France Antilles
Magazine - Liberation, Francia - Le Monde, Francia - El Mundo, Colombia - El
Heraldo, Colombia - El Tiempo, Colombia - El Universal, Colombia - El
Colombiano, Colombia - La Patria, Colombia.
Awards: Doctorado en música, Julliard
Arts - Nominación para 2 premios Grammy 1980 - Premio al mejor violinista del
año en 1977, 1978, 1979, 1980, 1981, otorgados por la revista Latín N.Y. -
Participación en discos ganadores del premio Grammy: "The sun of latin
music" Eddie Palmieri - "Siembra" Rubén Blades -
"Unfinished masterpiece" Eddie Palmieri - "On Broadway"
Tito Puente y el Latin Jazz Ensamble - Lista de los 50 mejores de Estados
Unidos con el tema "Hot to trot" del disco "alfredo" - Congo
de oro al mejor solista, Carnaval de Barranquilla 1989.
Gingles: Vermouth Cinzano - Mac Donalds
- Kool Cigarretes - Eastern Airlines - Aguardiente Antioqueño - Ron Galeon -
Ron Medellin Añejo. PELICULAS: Violini ed effetti speciali in “SHINING”, con
Jack Nicholson – Colonna Sonora in "Sant’ Antonio, vita quotidiana..”.
Artisti e Orchestre con cui ha collaborato: Fajardo - Larry
Harlow - Willie Colón - Celia Cruz - Cheo Feliciano - Rubén Blades - Hector La
Voe - Fania All Stars - Sar All Stars - Eddie Palmieri - Ray Barreto -Tipica 73
- Charanga 76 - Charanga Casino - Orquesta Broadway - Orquesta Novel - Dave
Valentin - Aquarian Dream - David Amram - Manolo Badrena - Herb Alpert - Dizzie
Gillespi - Chick Corea - Ray Mantilla.
Concerti e festivals: Carnegie hall N.Y. - Seventh avenue south
N.Y. - Fat tuesdays N.Y. - Kool Jazz Festival N.Y. Florida, Filadelfia. -
Oktober Jazzman Festival, Berlin. - Montreaux International Jazz festival. -
North Sea Jazz Festival, Holanda. - Montmartre, Copenhagen. - Festival de la
luna verde, San Andres. - Festival de orquestas, Carnaval de Barranquilla. -
Palladium Concert hall, Ginebra. - New Morning discoteque, París. - Salón Hodge
( Campos Eliseos ) París. - Alpheus Concert hall, Roma. - Festival Caraibi
& Caribe, Roma. - Havana Club, Bologna. - Barfly, Recanati. - Salsodromo,
Sesto Calende. - il Jazzino, Cagliari. - Network, Torino. - Sabor Tropical,
Milano. - Hotel Bayerischenhof, Munich - Albisriederhaus, Zurich - Discoteca
Manila, Florencia (Italia) - Ancien Palais Des Expo, Ginebra (Suiza) - New
Morning, París - Charleston, Torino - Snoopy Club, Bari - Dona Flor, Mestre -
Tre Soldi Theatre, Foiano - Reveillons Des Mondes, Paris - Cankarjev dom,
Slovenia, Ljubljana. Montreaux Int Jazz Festival (Suiza) - Umbria Jazz ( Italia
) - Open Tropen Jazz Fest ( Belgica ) - Nice Jazz ( Francia ) - The Hague (
Holanda ) - Festival Latino Americano ( Italia ).
Alfredo De La Fè, violino – Mauricio Diaz, piano – Armando Miranda, voce –
Walter Rebatta, timbales – Daniele Martinez, basso – Luis
Aballe Marrero, congas – Elvio Ghigliordini, sax
VIII
FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO
ROY PACI
&
ARETUSKA
venerdì 28 giugno 2002 – ore 22,30
Un album, al contempo, italiano
ed internazionale perchè frutto di
accesa fusione fra rock, steady, ska, soul, funk e potente sintesi di melodia e colore mediterranei.
Un disco perfettamente bilanciato fra canzone e ritmo
, fra ricercata vocalità e sapiente gioco di orchestrazione (la grande lezione
di Ennio Morricone o Burt Bacharach è continuo riferimento per una produzione levigata
e sofisticata ma anche capace di assecondare gli umori più attuali). Un album
puntellato dalla presenza di amici importanti: Meg dei 99 Posse veste di nuova
emozione i sentimenti di Tenco in una rilettura aggiornata di “Se Stasera Sono
Qui” ; Dani Carbonell , voce dei Macaco , è protagonista in “Grande La Media
Noche”; Bunna degli Africa Unite batte il tempo in levare su “The Duse”
portando i colori della Jamaica in un disco
già di forte impatto.
Roy Paci ha messo in “circolo”, nei clubs e nei teatri
italiani, l’energia di Aretuska a
partire dal dicembre scorso; il giro “bacerà”, in lungo e in largo , il suolo
italico regalando il giusto calore all’estate 2002.
line - up
Roy Paci “il padrino” – trumpet & director
Salvo “paco” Di Stefano
– trumpet
Gaetano “svuotillo” Santoro
– tenor sax
Tony Cattano – trombone
Peppe “1/2” Siracusa –
chitarra
Mirko Burgio - tastiere
Sandro “Jah Sazzah” Azzaro – drums
Luogo
: piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –
piazza Castello – Ingresso 13 €
SERGIO CAMMARIERE
special guest FABRIZIO BOSSO
lunedì 1°
luglio 2002 – ore 21
Sergio Cammariere, 40 anni, nato a
Crotone, è un personaggio singolare nel panorama musicale italiano. Pianista
autodidatta dotato di uno stile unico, interprete coinvolgente, trae la sua
ispirazione sia dalla musica classica, da Beethoven a Debussy, sia dalla
tradizione propriamente cantautorale italiana, sia da alcune raffinate sonorità
sudamericane, assimilando il calore e l'energia di autori come Jobim e Vinicius
de Morales. Notevole anche l'influenza esercitata dal jazz, al quale la sua
musica deve certamente molto. Già verso la fine degli anni ottanta comincia a
comporre una serie di canzoni che sebbene molto valide rimangono inedite,
eccezion fatta per i brani inseriti in un disco pubblicato nel 1993 con il
cantautore Roberto Kunstler I ricordi e
le persone. Nel 1997 Cammariere partecipa al Premio Tenco, catturando
l'attenzione di critica e pubblico. Poche note della sua esibizione bastano a
far capire la sua statura artistica e la Giuria della manifestazione gli
attribuisce all'unanimità il Premio IMAIE come migliore esecutore e interprete
della rassegna, consacrandolo ad autentica rivelazione dell'anno. Sulla scorta
dell'interesse nato intorno alla figura di Sergio Cammariere, nel 1998 viene
pubblicato Tempo perduto, un Ep
promozionale contenente tre brani suggestivi ed evocativi, sintesi espressiva
di grande gusto ed equilibrio. Dopo un
periodo di rinnovamento e riflessione
nasce ora Dalla pace del mare lontano (distr. EMI), primo CD autenticamente
suo, album nel quale Sergio riesce a canalizzare brillantemente le sue
molteplici esperienze ed ispirazioni, che si segnala subito per un linguaggio
definitivamente maturo e molto personale. Alcuni brani del CD vengono
presentati nell’ottobre scorso in anteprima al Premio Tenco 2001, dove Sergio
si segnala nuovamente con una travolgente interpretazione ‘live’. Il CD viene
registrato in presa diretta in quattro giorni con la collaborazione di giovani
musicisti di ambito jazzistico: Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano
alla batteria, Olen Cesari al violino, Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno.
La chitarra di Alex Britti, ospite d’eccezione, accompagna brillantemente
alcuni brani di questo nuovo lavoro discografico. La consapevolezza dell’eterno
rinnovarsi della persona, che apre agli occhi e al sentimento prospettive
diverse di posti conosciuti, nuove emozioni e nuove linee di approfondimento, è
la linea guida di tutta la prima parte del disco, che va da Sorella Mia a Le porte del sogno, in cui ogni arrangiamento, ogni parola, pur non
essendo indispensabile è utile ed importante per descrivere questo stato
d'animo di leggera sospensione. Spicca su tutti, Via da questo Mare, certamente
uno dei brani più importanti del CD. A sorreggere i cambi di umore e di ritmo
le delicate parole di Roberto Kunstler e le improvvise aperture/chiusure, dove
riemergono tutte le esperienze musicali di Cammariere, capace di fondere jazz e
percussioni, delicati giri di pianoforte e un gusto per lo swing tutto
particolare. Lo stacco avviene con Il
Mare, canzone famosissima di Charles Trenet con il testo italiano di
Pasquale Panella. La scelta non è ovviamente casuale, è un omaggio al mare, a
cui Sergio appartiene, a Trenet e a tutti gli chansonniers, a cui Sergio
comunque deve qualche cosa come ispirazione musicale. La conclusione del disco
è affidata a brani come Cantautore
piccolino e Paese di gol, che
sottolineano una vena auto-ironica, dove la musica si fa più urgente,
saltellante in uno swing, che apre l'ispirazione, sui piccoli e grandi vizi di
quest'Italia.
SERGIO
CAMMARIERE, PIANOFORTE E VOCE
AMEDEO
ARIANO, BATTERIA
LUCA
BULGARELLI, CONTRABBASSO
Special
guest : FABRIZIO BOSSO, TROMBA
Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) – piazza Castello – Ingresso 13 €
VIII FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ TORINO
1°
luglio 2002 – ore 22,30
Una carriera straordinaria quella di Wayne Shorter. Negli anni Sessanta protagonista nelle fila dei gruppi hard bop di Horace Silver e di Art Blakey e poi leader, assieme a Joe Zawinul dei Weather Report, forse il gruppo di jazz-rock più importante, storicamente e artisticamente. A quasi 70 anni Shorter continua ad essere uno dei migliori sassofonisti in circolazione, capace di costruire musica piema di prelibatezze e ingegno. I suoi classici, “Ju Ju”, “Mascalero”, “Atlantis” sono proposti in ogni concerto in maniera diversa, quasi cone se Shorter stesse attraversando un momento di ripensamento artistico. La sua musica che ricorda sia il periodo con Miles Davis che con i Weather Report, risulta più spaziata, tessuta a larghe maglie, apparentemente non regolari, soprattutto nell’uso della ritmica che supporta i suoi assoli, sempre tesi, asciutti anche se si ingrovigliano in un profluvio di note accartocciate ma che quando si asciugano in note singole o in semplici riff ripetuti che portano a un senso di angoscia dolorosa. La ritmica è fondamentale nella riuscita di questa relativamente nuova proposta: fuori dai canoni tradizionali, con un continuo insinuarsi nelle linee melodiche inventate da Shorter, sia il pianista Danilo Perez che il contrabbassista John Patitucci rinunciano agli accordi di sostegno regolari per un accompagnamento di puro modernissimo “Call and response”, il tutto ben sostenuto dalla forte e precisa batteria di Brian Blade.
Luogo :
piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –
piazza Castello – Ingresso 13 €
martedì 2
luglio 2002 – ore 21
Grande personaggio il
chitarrista Christian Escoudé, fautore di questo progetto denominato
Transeurope Quartet. Non è molto conosciuto in Italia anche se alcuni suoi
dischi incisi sul finire degli anni Settanta hanno ottenuto un discreto
successo di vendita. In coppia con Jean-Charles Capon al violoncello ha
costituito per lungo tempo una coppia inedita e inossidabile nella musica che
fuoriesce dai canoni tradizionali pur non entrando in quelli della
sperimentazione. Le sue origini gitane non sono mai state dimenticate e proprio
per questa sua inconfondibile caratteristica Escoudé propone un repertorio
all’insegna del puro virtuosismo esecutivo insieme a due ottimi solisti
italiani, quel Marco Tamburini che presta la sua tromba anche ai big
della musica pop d’alto rango e Paolo Ghetti al contrabbasso.
Formazione
Christian Escoudé, chitarra – Marco Tamburini, tromba – Paolo
Ghetti, contrabbasso
Luogo :
piazza Mollino (cortile Teatro Regio) –
piazza Castello – Ingresso 13 €
VIII FESTIVAL
INTERNAZIONALE JAZZ TORINO
martedì 2
luglio 2002 – ore 22,30
Josef Zawinul, nato e
cresciuto in Austria, è nato a Vienna nel 1932, da ragazzo si dimostra un vero
prodigio alla fisarmonica. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene mandato in
Cecoslovacchia a studiare pianoforte al Conservatorio e a tredici anni, ormai
perfetto musicista classico , è introdotto al jazz da un compagno di studi e da
allora non se ne distaccherà più. Puntando su una carriera da jazzista nel bel
mezzo della devastazione dell’Europa post-bellica, Zawinul si unisce a vari
jazz combo. Una borsa di studio del prestigioso Berklee College of Music di
Boston è il suo biglietto per le rive americane. Fra i tanti grandi del jazz
con cui lavora, i primi sono Maynard Ferguson, Dinah Washington e Joe Williams.
Nel 1961, Zawinul si unisce a Cannonball Adderley, con cui suona per nove anni,
fino al ’70. Durante quel periodo incide circa venti album e scrive più di 40
canzoni per il grande del sax, incluso l’immortale “No mercy for me”. Tra la
fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70, lavora con Miles Davis: questa
collaborazione da superbi frutti, come “Bitches Brew” e “In a silent way”, per
cui Joe scrive il pezzo omonimo.
Zawinul realizza il suo
lp di debutto in solo nel 1969 e l’anno seguente contribuisce a cambiare il
corso della storia del jazz fondando i Weather Report assieme al sassofonista
Wayne Shorter e al bassista Jaco Pastorius. Per 14 anni, fino al loro
scioglimento, i Weather Report sono il punto di riferimento per tutto il mondo
del jazz fusion, con una dozzina di album campioni di vendita, capolavori come
“Birdland”, guadagnandosi un posto speciale nell’olimpo del jazz. Un gruppo
multietnico come nella migliore tradizione di questo musicista che, mantenendo
intatta una sana e vitalissima curiosità, incontra con sagacia le etnie di
tutto il mondo in una miscela di colori, suoni e sapori esaltante. Musica in cui
si sentono echi del mondo, fra vocalità ancestrali e parossistiche danze
metropolitane, ritmi tribali e scenari postmoderni.
Agli inizi dell’86,
Zawinul realizza il suo secondo lp in solo, “Dialects”. E’ in tournée in
America, Europa e Giappone. Nell’87 fonda il gruppo Zawinul Syndicate, con cui
incide album di assoluto valore, con un paio di nomination al Grammy. Amato e
stimato dalle platee jazzofile, Zawinul è stato vincitore del Premio della
rivista Downbeat, come miglior tastierista per 21 degli ultimi 22 anni. Per la
Philip Classic ha realizzato la sua opera sinfonica in sette parti dal titolo
“Stories of the Danube”, al fianco di alcuni musicisti del Syndicate. E’
dell’aprile ’98 l’uscita della sua ultima fatica discografica per la ESC: il cd
live registrato in tre serate, due al famoso Quasimodo Club di Berlino l’altra
alla Concert Hall della tedesca Trier, durante il tour mondiale del 1997.
JOE ZAWINUL SYNDICATE
(70° Birthday Anniversary)
Joe
Zawinul, tastiere e voce – Amit Chatterjee, chitarra – Paco Sery, batteria –
Manolo Badrena, percussioni e voce – Etienn M’Bappe, basso elettrico
Luogo : piazza Mollino (cortile Teatro Regio) – piazza Castello – Ingresso 13 €